ELETTROPORAZIONE VAGINALE

Come funziona il trattamento tramite ELETTROPORAZIONE VAGINALE? Il dispositivo di elettroporazione perineale consiste in tre applicatori specifici opportunamente studiati, per uso vaginale, anale e per vulvodinia.
EPV (ElettroPorazione Vaginale) sfrutta il principio della stimolazione elettrica caratterizzata da impulsi molto rapidi e di intensità calibrata finalizzata a superare il valore di “reobase” senza creare fastidi ai pazienti trattati. La particolare “forma d’onda compensata”, non genera elettrolisi e provoca la veicolazione transdermica in tempi più brevi rispetto ai dispositivi di ionoforesi.

DESCRIZIONE

Il dispositivo di elettroporazione perineale è dotato di applicatori specifici opportunamente studiati per vagina, ano e vulva.
I manipoli monopaziente, composti da una struttura in materiale plastico, comprendono l’alloggiamento di siringhe standard (da 2,5 ml uso vaginale e 1 ml uso anale), dove sarà inserito il prodotto da veicolare.
Gli impulsi di elettroporazione sono generati su due anelli di acciaio INOX posizionati ad una distanza ottimale per investire un’ampia zona senza la necessità di muovere l’applicatore. L’applicatore prevede due concavità circonferenziali che parametrano l’introduzione ed agevolano il mantenimento in posizione dello stesso.

MECCANISMO D’AZIONE :

EPV è un dispositivo che permette la veicolazione transdermica e transmucosa di principi attivi necessari al normale ripristino della fisiologia vaginale, vulvare e anale. Si basa sull’Elettroporazione Dinamica che consiste nel generare, attraverso l’utilizzo di particolari impulsi elettrici, un potenziale di transmembrana da 0,5 a 1,5 volt. Le frequenze predeterminate provocheranno la conseguente apertura dei canali acquosi (elettropori), consentendo l’aumento della permeabilità di membrana e la conseguente capacità penetrativa di sostanze a vario peso molecolare che altrimenti non potrebbero raggiungere il bersaglio. EPV (ElettroPorazione Vaginale) sfrutta il principio della stimolazione elettrica caratterizzata da impulsi molto rapidi e di intensità calibrata finalizzata a superare il valore di “reobase” senza creare fastidi ai pazienti trattati. La particolare “forma d’onda compensata”, non genera elettrolisi e provoca la veicolazione transdermica in tempi più brevi rispetto ai dispositivi di ionoforesi.